Rosmarinum officinalis

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Il Rosmarinus officinalis, noto come rosmarino, è una pianta aromatica sempreverde della famiglia delle Lamiaceae, originaria del bacino del Mediterraneo. Cresce spontaneamente nella macchia mediterranea fino a 1000 metri di altitudine, anche in contesti urbani. Raggiunge un’altezza di 50-150 cm e un’ampiezza di circa 120 cm. I fiori, variabili dal blu al violetto, fioriscono tra marzo e ottobre. Rustico e poco esigente, il rosmarino richiede esposizione in pieno sole, suoli ben drenati e annaffiature moderate. La desinenza di Salvia, come nella Salvia officinalis la coniò Plino con il significato di salvare, guarire. Le radici sono fibrose e resistenti nonché ancoranti quindi può essere utilizzata per tenere in posizione piccole e medie scarpate. Viene utilizzato anche nella preparazione di liquori e per la produzione di un ottimo miele monoflorale. Viene utilizzato in cucina e in fitoterapia, il suo olio essenziale ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.

INDIVIDUAZIONE

Nome scientifico:

Rosmarinus officinalis / Salvia rosmarinum

Nome comune italiano:

Rosmarino, Osmarino, Usmarino, Smarino

Famiglia:

Lamiaceae

Provenienza:

Bacino del Mediterraneo: aree dell’Europa, dell’Africa, dell’Asia che si affacciano sul Mediterraneo.

Ambiente:

È spontaneo nella macchia mediterranea. Cresce nell’intervallo altimetrico tra 0 e 1000 metri slm. Luoghi soleggiati e asciutti, rocciosi e sassosi, prossimi al mare, anche in ambienti urbani e suburbani a causa della sua capacità di crescere negli interstizi dei muri e fra le fessure.

Sempreverde o decidua:

sempreverde

Tossicità:

In grandi dosi, il Rosmarinum officinalis è tossico, soprattutto per le donne in stato di gravidanza. L’uso del rosmarino è sconsigliato quando si stanno assumendo dei farmaci specifici perché potrebbe ridurne gli effetti. Evitarlo qualora si soffra di epilessia, può inoltre irritare l’intestino e portare al vomito.

RICONOSCIMENTO VEGETALE

Altezza:

50 cm – 150 cm

Larghezza (estensione):

120 cm

Portamento:

pianta legnosa con portamento cespuglioso

Foglia:

persistenti e coriacee, simili ad aghi, lunghe 2–3 cm e larghe 1–3 mm, opposte, lineari-lanceolate, addensate numerose sui rametti.

Colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca che fa percepire la pianta come grigia.

Hanno i margini leggermente curvati e sono molto profumate.

Fiore:

I fiori hanno forma irregolare. Il calice è formato da cinque sepali, saldati a formare una sorta di minuscola campanella. È persistente ed ingrossato quando il frutto è maturo. Il colore varia da azzurro, azzurro-pallido, azzurro-violetto e più raramente bianco o rosa. I fiori sono riuniti in grappoli all’ascella delle foglie.

Fioritura:

Marzo – Ottobre e, se in posizioni particolarmente riparate, anche per maggior tempo.

Frutto:

Il frutto è racchiuso nel calice, a forma di chicco di riso, color castano chiaro, con superficie d’inserzione color crema, oblunghi e lisci, di colore brunastro.

Fusto:

Fusti legnosi di colore marrone chiaro, prostrati ascendenti o eretti, molto ramificati; i giovani rami pelosi di colore grigio-verde sono a sezione quadrangolare.

Proprietà:

La pianta e i suoi costituenti, tra cui acido carnosico, acido rosmarinico e carnosolo, sono dotati di attività antinfiammatoria, antiossidante, anti-mutagenica, antibatterica, antivirale e neuroprotettiva. Per approfondire l’argomento andate su erbecedario

Dalla pianta si ricava un olio essenziale usato soprattutto in creme e prodotti dermopurificanti, deodoranti e tonificanti. Molto utile anche per i capelli grassi e deboli e per lenire i dolori artro-muscolari. Viene impiegato inoltre in colluttori per l’igiene orale.

Profumo:

aromatico intenso

NECESSITÀ

Manutenzione:

Non necessita di cure particolari essendo una specie molto rustica.

Esposizione alla luce:

pieno sole possibilmente riparato dai venti freddi.

Tipo di suolo:

terreni leggeri, sabbiosi – torbosi, ben drenati calcarei-silicei, a pH neutri e fertili.

Acidità del suolo:

pH 6,5 – 7,0

Area climatica italiana:

È spontaneo dell’area mediterranea dove cresce nelle zone litoranee lungo tutte le coste tirreniche e ioniche della penisola italiana, sulle coste adriatiche fino al Molise, su tutte le isole ed anche sulle rive occidentali del Garda. È coltivato in quasi tutta Italia benché non sopporti i climi rigidi prolungati.

Bisogno di acqua:

non richiede annaffiature frequenti

Propagazione:

talea apicale dei nuovi getti in primavera prelevate dai germogli basali e dalle piante più vigorose e piantate per almeno 2/3 della loro lunghezza in un miscuglio di torba e sabbia;

semina in aprile-maggio trapiantando la piantina in settembre o nella primavera successiva;

divisione della pianta in primavera.

Potatura:

Il miglior periodo per potare è la primavera al risveglio vegetativo. Non bisogna tagliare troppo in profondità, c’è il rischio di tagliare su legno cosiddetto “morto” che non produce rami nuovi. Potare in primavera dopo la prima ondata di crescita.

Malattie:

Mal bianco (oidio), alternariosi, marciume radicale, antracnosi (Ascochyta rosmarini). Crisolina del rosmarino, Chrysolina americana, Cacoecimorpha pronubana, Hubner, afidi.

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PARTICOLARITÀ

Esistono più versioni del perché del nome. È più probabile – secondo le teorie accreditate – che il nome derivi dalle parole latine “ros” e “marinus” che significano in latino “rugiada del mare” in relazione al fatto che la pianta cresce spontanea nelle zone mediterranee vicino al mare, ma altre versioni ne citano la derivazione da Rosa maris “Rosa del Mare” o da Rhus maris che significa “Arbusto di Mare”.

La desinenza di Salvia, come nella Salvia officinalis la coniò Plino con il significato di salvare, guarire.

E’ una specie pioniera su substrati rocciosi posti in zone molto soleggiate ed esposte al vento, anche quello salmastro. Utilizzata quindi, in sintesi, per il rimboschimento di terreni divenuti sterili dopo incendi ripetuti.

Annotazioni

Tendenzialmente la pianta si mette in standby in estate, per effetto dei meccanismi di difesa dal caldo. Facile trovarla fiorita e fruttificata in primavera o autunno fino anche all’inverno se tiepido.

Le radici sono fibrose e resistenti nonché ancoranti quindi può essere utilizzata per tenere in posizione piccole e medie scarpate.

Viene utilizzato anche nella preparazione di liquori e per la produzione di un ottimo miele monoflorale.

In farmacologia viene usato contro gli stati depressivi e per sostenere il vigore intellettuale e fisico di chi ne ha bisogno (consultarsi con un medico per discutere questi principi).

È un simbolo di amore, lealtà e ricordo e molte culture lo pongono sulla tomba in segno di affetto e rispetto per il defunto. Gli egizi lo mettevano invece in mano al defunto perché simbolo di immortalità dell’anima e utile a facilitare il viaggio nell’oltretomba.

Dai Greci viene considerato una pianta afrodisiaca dalle proprietà magiche legate a fertilità e fedeltà.

Nel medioevo i suoi fusti venivano utilizzati per forgiare pettini MAGICI che avrebbero evitato la caduta dei capelli. In effetti ha la capacità di stimolare i follicoli dei capelli.

Ancora oggi in Inghilterra si ritiene che un rametto, portato all’occhiello di un abito, possa portare fortuna.

In cucina:

è una delle piante aromatiche più utilizzate in cucina per insaporire carni, pesce e verdure.

Il consiglio del mondo del giardino

Per la tonalità del verde del suo fogliame scuro e per la particolarità delle sue foglie che rendono il cespuglio di una grana specifica, questo arbusto viene inserito in aiuole in posizione di sfondo o di termine con piante che possano massimizzare l’effetto scuro.

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e moltissime grazie a Hans per la foto per i social e di copertina e in ordine Sabrina Eickhoff, Igor Lukin, Lynn Greyling, Sandra Baer, Katharina N., K Wol, Luís Gonçalves e photosforyou per la foto di chiusura.

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