Baci e Giardini: Un viaggio tra i giardini dell’amore

Il giardino dell’amore nella storia: dai giardini dell’Eden ai giardini di corte

Edmond Rostand si chiedeva per voce di Cyrano de Bergerac

Cos’è poi un bacio? Un giuramento un pò più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, un apostrofo roseo fra le parole t’amo, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di fiore, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dell’anima!

E quale posto migliore di un giardino per scambiarsi un bacio.

Prima del milleduecento i giardini erano solo Hortus Conclusus: spazi all’aperto di monasteri e castelli adibiti alla coltivazione di ortaggi e frutta. Conclusus perché questi spazi erano all’interno di alte mura facenti parte delle importanti strutture a cui appartenevano.

Già verso la metà del Mille e Duecento il santo filosofo e scienziato Alberto Magno sostiene “Esistono alcuni luoghi che non servono tanto al bisogno o ad un ricco raccolto, quanto al piacere.” E li chiama viridantia.

Nel medioevo quindi nasce il giardino di corte o giardino dell’amore.

 

Ma come sono fatti i giardini dell’amore delle corti medievali?

In questi nuovi giardini si abbandonano le coltivazioni geometriche monastiche per porre l’attenzione sul colore ed il profumo dei fiori.

Sono divisi dalle zone di coltura da recinzioni e non contengono ancora sedute o arredo. Ci si siede sotto le piante o sull’erba ad ascoltare musica e storie di battaglie cortesi.

Si passeggia all’ombra di pergolati coperti da rampicanti e si sosta in padiglioni. Gironzolano liberi o in voliera piccoli e innocui animali. (trippando.it) …del sesso non si parlava ancora.

 

Giardini medievali d’amore e il mito di Afrodite

Sembra, da fonti non confermate che in periodo medievale il giardino dell’amore fosse chiamato “Il Giardino di Afrodite” – dea dell’amore.

Ma il mito di Afrodite è sempre inteso anche come principio della forma cosmica che ci invita a guardare il mondo con gli occhi dell’Anima e forse in questo modo possiamo dare un’anima al mondo e restituire il mondo all’anima: “Spetta a noi mantenere acceso il mondo (…) un mondo senza anima non potrà mai offrire intimità, non potrà mai ricambiare il mio sguardo, non potrà mai guardarmi con interesse, con gratitudine (…)” (testaferdinando.it) (Hillman)

Aggiungerei che l’amore apre l’anima e nella natura l’anima riverbera di emozione.

 

I giardini d’amore nella letteratura: Tristano e Isotta

Anche nel racconto “Tristano e Isotta” di Gottfried von Strassburg, in un passaggio della loro storia, essi si ritrovano a parlare in giardino di nascosto (credono) dal marito di lei – che poi ascolta nascosto su un pino:

[…] Amando messer Tristano di Cornovaglia Ysotta la bionda, la moglie del re Marco, si fecero tra loro un segnale d’amore di cotal guisa: che quando messere Tristano le volea parlare, si andava ad un giardino del re Marco, nel quale avea una fontana, e intorbidava il rigagnolo ch’ella facea, il quale passava per lo palazzo dove stava la detta Ysotta; e quando ella vedea l’acqua torbidata, si pensava che Tristano era alla fontana. Or avenne c’uno malaventurato giardiniere se n’avide, di guisa che li due amanti neente il poteano credere [in modo tale che i due amanti non potevano sospettare]. Quel giardiniere andò allo re Marco, e contolli [gli raccontò] ogni cosa com’era. […] (novellino – e Tristano e Isotta)

 

Giardini d’amore orientali e l’ideale dei giardini dell’Eden

Ma nel 1200 i viaggi in oriente erano già iniziati e venivano riportate curiosità e piante che hanno sicuramente insegnato a progettare il giardino di piacere e d’amore di cui sopra.

Ricordiamo infatti che, nell’immaginario letterario e collettivo, il paradiso si trova ad oriente e viene spesso rappresentato come un giardino dove tra magnifiche piante rigogliose e profumate riposano animali mai visti, gorgogliano acque in canali e fontane e cinguettano uccelli dal canto melodioso e dal piumaggio di mille colori.

Questi giardini idilliaci infatti in oriente esistono realmente già da centinaia d’anni ed è forse per questo che la nostra idea di paradiso ha tale aspetto.

A questo proposito consiglio la lettura dell’articolo “Il libro dei sogni orientali: Allegorie e Meraviglie nei Giardini d’Oriente di Paola Maresca”.

 

Giardino d’amore rinascimentale: La vita segreta della corte

Rimaniamo in occidente. Nel periodo rinascimentale il giardino si complica.

Davanti ed intorno al palazzo si costruisce il giardino ordinato in aiuole geometriche piene di colore controllato in forme che hanno il compito di presentare il padrone di casa ed il suo potere.

Più in là, spesso distaccato dal palazzo c’è il bosco. Questo serviva non solo alla caccia – ufficialmente – ma anche alla “vita segreta” della corte. Luogo nel quale non bisognava rappresentare sé stessi agli altri, ma vivere gli istinti nel modo più naturale.

Nei boschi quindi non era difficile trovare grotte artificiali munite di sedute all’interno per dissimulare la propria presenza alla vista di una corte impicciona. (skuola.net)

Ora che ci penso sarebbe veramente intrigante fare un elenco delle regge e dei palazzi rinascimentali italiani e scoprire per ognuno dove s’infrat… si intrattenevano le loro signorie nei momenti di relax.

 

 

Esempi e curiosità di giardini d’amore in Italia

I giardini della Reggia di Venaria a Torino non hanno bisogno della creazione di una zona a bosco perché la Reggia è circondata da un bosco naturale oggi chiamato Parco la Mandria che al suo interno già possedeva piccoli ruderi medievali di difesa che potevano rappresentare un riparo dagli sguardi indiscreti.

I Giardini Boboli a Firenze non hanno un bosco, ma scavando sul web ho scoperto che era previsto nel punto in cui poi fu costruito l’anfiteatro. Probabilmente venne scelto l’anfiteatro per la naturale depressione creata dall’estrazione della pietra utile alla costruzione di Palazzo Pitti. Insomma si è dovuto scendere a compromessi:

tresche finte (rappresentate a teatro) al posto di quelle vere.

Anche la Palazzina di caccia Stupinigi poteva appoggiarsi a vasti possedimenti a bosco tutt’intorno alla piccola costruzione. Questo meraviglioso edificio che venne costruito con il solo scopo di fare da luogo di riposo tra una caccia e l’altra, oggi è un ampio compendio di luoghi per lo svago del cittadino.

[…] Eugenia Attendolo Bolognini Litta si trasferì dunque nella Villa Litta di Vedano al Lambro, vicina al palazzo reale di Monza, così da potersi incontrare con l’amante con maggiore riservatezza. Da par suo, Umberto I di Savoia comprò Villa Zendali, sempre a Vedano, come casino di caccia. Non era una casualità che il giardino di Villa Zendali fosse confinante con quello di Villa Litta […] (vanillamagazine.it)

Nel corso del XVII secolo, il Cardinale Scipione Borghese fece progettare, ai lati del Casino Nobile, a Villa Borghese a Roma, quattro giardini segreti, dove coltivare agrumi e i fiori più rari e raffinati del tempo.

I giardini privati restaurati alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, sono tornati a fiorire e ad oggi si offrono come i luoghi perfetti per raccontare la storia e l’evoluzione di un giardino segreto e l’estro botanico del ‘600. (sovrintendenzaroma.it)

Parlando di Cardinali lascio decidere a voi perché sentisse il bisogno di ben 4 (non uno) giardini segreti…

Nell’immaginario collettivo queste zone rappresentano il segreto e l’elemento di caos necessario alla vita di ogni persona. Poi come lo utilizzassero non ci è dovuto saperlo.

 

Una diversa concezione dei giardini dell’amore: Il giardino degli incontri

Un richiamo ad un meta-giardino, diverso per nascita ed intenti, ma che merita attenzione è il “Giardino degli Incontri” del carcere di Sollicciano.

Questo giardino è formato da una struttura coperta ed una scoperta che i detenuti hanno fortemente voluto per gli incontri con i propri cari.

Allo stesso modo in Italia e nel mondo si sta scoprendo come questo ambiente sia sinonimo di Speranza e aiuti i detenuti a vedere un proprio futuro fuori dal carcere. Stanno nascendo quindi nuovi “prison garden” di cui ci occuperemo molto volentieri più avanti.

Si dice sempre infatti che lavorare in giardino sia una pratica Zen e permetta la guarigione del corpo e dello spirito: Tiene occupati e delizia con i risultati.

Bene. Spero che questo gironzolare tra i boschi e gli aneddoti vi abbia ispirato.

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

 

Fonti delle immagini: il quadro “L’amante e la dama oziano fuori dal giardino recintato” da nrm.wikipedia.org; il quadro “Il Giardino dell’Amore” da culturaitalia.it; la vista aerea della palazzina Stupinigi da terradellefate.it; la facciata della Palazzina di caccia Stupinigi da histouring.com; il quadro “Festa d’amore” di Jean Antoine Watteau da paghera.com; il quadro “Il Giardino dell’amore” di Rubens da analisidellopera.it; la “Pianta del Reale Giardino di Boboli” da picryl.com; la “Pianta del Giardino del Castello di Moncalieri” dall’archivio di Stato di Torino; l’immagine del “Giardino degli Incontri” da ristretti.it