Crataegus monogyna

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Il Crataegus monogyna, o Biancospino, è un arbusto deciduo spinoso con fiori bianchi profumati in primavera e bacche rosse in autunno. Cresce in suoli poveri e tollera siccità e freddo. Usato per siepi e bordure, offre rifugio alla fauna selvatica. Ha proprietà officinali note fin dall’antichità anche se greci e romani lo usavano solo per scacciare gli spiriti malvagi. Ha spine importanti e attira le piante per il miele. Predilige esposizioni soleggiate o la mezz’ombra ed è ideale per giardini naturali grazie alla sua resistenza e al valore ornamentale. Hanno una bacchetta magica di biancospino Harry Potter e Draco Malfoy.

INDIVIDUAZIONE

Nome scientifico:

Crataegus monogyna

Nome comune italiano:

Biancospino, Azaruolo selvatico

Famiglia:

Rosaceae

Provenienza:

Europa ed Asia

Ambiente:

aree di boscaglia e tra i cespugli. Vegeta a quote comprese tra il livello del mare e 1.500 metri.

Sempreverde o decidua:

decidua

Tossicità:

non sono segnalati casi

RICONOSCIMENTO VEGETALE

Altezza:

4 – 4,5 metri

Larghezza (estensione):

2 – 2,5 metri

Portamento:

arbusto o piccolo albero

Foglia:

Le foglie sono lunghe 2-6 centimetri, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L’apice dei lobi è dentellato.

Fiore:

raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6 millimetri.

Fioritura:

da aprile a maggio

Frutto:

ovali, rosso a maturazione, delle dimensioni di circa 1 cm e con un nocciolo che contiene il seme. i frutti maturano fra settembre e ottobre. I semi si raccolgono in ottobre-novembre, quando giungono a maturazione.

Fusto:

Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta, di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi. Sono i rametti spinosi (brocche) che in primavera si rivestono di gemme e fiori. Questa specie è longeva e può diventare pluricentenaria, ma con crescita lenta.

Proprietà:

l biancospino è un’erba officinale ed è controindicato a chi soffre di pressione bassa. Ha un’azione sedativa e miorilassante. Il suo utilizzo risulta particolarmente utile nel trattamento dell’insonnia e degli stati nevrotici caratterizzati da eccessiva emotività e ansietà. Azione cardiotonica leggera, vasodilatatrice coronarica, ipotensiva, antispasmodica, sedativa.

Cuore senile, ipertensione, angina pectoris, palpitazioni, insonnia, ansia, vampate di calore in menopausa.

Profumo:

intenso

NECESSITÀ

Manutenzione:

bassa, facile

Esposizione alla luce:

Predilige esposizione in pieno sole o a mezz’ombra.

Tipo di suolo:

Si adatta a tutti i tipi di terreno, prediligendo quelli calcarei e ricchi in sostanza organica.

Acidità del suolo:

pH tra 6,0 e 7,0

Area climatica italiana:

diffusa in tutta la penisola, isole comprese

Bisogno di acqua:

necessita molta acqua, soprattutto nel periodo di fioritura, ma bisogna fare evaporare l’umidità per evitare il marciume delle radici. Se il biancospino è piantato all’aperto con precipitazioni adeguate, potrebbe non aver bisogno di ulteriori annaffiature.

Propagazione:

per semina diretta subito dopo la raccolta, eliminando la polpa, meglio se dopo immersione in acido solforico. Semina in primavera solo con seme trattato. Possibile la propagazione per la talea semi-legnosa da piante madri giovani (2-4 anni).

Malattie:

la malattia più pericolosa per questa pianta è rappresentata dal “colpo di fuoco batterico” (‘Erwinia amylovora). L’infezione causa l’appassimento e la necrosi di germogli, fiori, foglie e frutti; sui rami provoca lacerazioni della corteccia (cancri).

Potatura:

si effettua in inverno, nel periodo di riposo vegetativo. È indispensabile intervenire tutti gli anni sui rami lunghi, mantenendo invece quelli corti sui quali si manifesterà la fioritura dell’anno successivo. Nei Crataegus solo alcuni germogli presenti alle estremità si sviluppano con vigore.

PARTICOLARITÀ

Crataegus dal greco crátaigos composto da crataiós = duro, forte, in relazione al suo legno.

monogyna dal greco mónos = uno solo, unico e da gyné = femmina, elemento femminile. Con un solo stilo e ovulo e quindi seme.

In età preistorica i suoi frutti fungevano da alimento. Greci e Romani ignoravano le doti medicamentose del biancospino: gli uni ne adornavano il capo delle spose per propiziare la fertilità, gli altri le culle dei bimbi perché fossero allontanati gli spiriti malvagi.

Annotazioni

Pianta usata singola o in gruppo, adatta per parchi e giardini. Usata in fasce tampone, rinaturalizzazioni. Buona adattabilità alle condizioni urbane. Il biancospino è una pianta mellifera e viene bottinata dalle api ma solo raramente se ne può ricavare un miele mono florale, perché di solito si trova in minoranza rispetto alle altre piante del territorio.

Il legno, denso e pesante, è utilizzato per la produzione di bastoni ed un apprezzato combustibile. Il legno, di colore rosso giallastro, molto compatto e duro, ma di difficile fenditura, viene impiegato per lavori al tornio.

Un tempo, in diverse regioni italiane, veniva utilizzato come essenza costituente delle siepi interpoderali, cioè per delimitare i confini degli appezzamenti. In ragione delle spine e del fitto intreccio dei rami la siepe di biancospino costituiva una barriera pressoché impenetrabile. Attualmente l’esigenza di non rendere difficoltosa la circolazione dei mezzi agricoli meccanici ha determinato la quasi totale scomparsa delle siepi di biancospino con questa funzione.

Sono i fiori e i rametti che hanno ispirato Giovanni Pascoli nella poesia Valentino del 1903 (“come le brocche del biancospino”). Usato anche da Guglielmo d’Aquitania in “come il ramo del biancospino”.

Citato da Fabrizio De André nella canzone “Inverno”: “L’amore ancora ci passerà vicino/ nella stagione del biancospino”.

Testimonianze sull’uso medicinale del biancospino si trovano già in Teofrasto, Dioscoride, nel Materia Medica della dinastia Tang (Tang bencao), risalente al 659 d.C. (la prima farmacopea ufficiale conosciuta al mondo) e poi in età volgare nel Mattioli.

Curiosità

Hanno una bacchetta magica di biancospino Harry Potter e Draco Malfoy.

Il venditore di bacchette magiche Mykew Gregorovitch la definisce:

«Una bacchetta insolita e contraddittoria, ricca di paradossi esattamente come l’albero che l’ha generata: i fiori e le foglie hanno poteri curativi, mentre i rami tagliati odorano di morte»

(da Pottermore di J.K. Rowling)

E se avete ancora voglia di approfondimenti vari sul biancospino, vi consigliamo una visita ai “Fatti interessanti” di drhauschka.it

In cucina:

I frutti del biancospino sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, perché piccoli e con un grosso nocciolo, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi. I frutti sono decorativi perché rimangono a lungo sull’arbusto, anche durante tutto l’inverno.

Il consiglio del mondo del giardino

Purtroppo, in alcune regioni del nord Italia, è stata vietata la vendita e messa a dimora di nuove piante di Biancospino, poiché è ritenuto un vettore di diffusione del batterio Erwinia amylovora, responsabile di una malattia che colpisce soprattutto i frutteti. Quindi prima di metterlo nel vostro giardino controllate al comune il regolamento regionale in merito.

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e moltissime grazie a beauty_of_nature per la foto social, Daniel K. Per la foto di copertina e poi in ordine di inserimento Thomas, beauty_of_nature, JA2020, Martin Hetto, Lenny Löwenstern, WikimediaImages, locatelliitalo, Mona, AP33, Ellen Chan e Tatjana per la foto di chiusura.

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