Lonicera caprifolium

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INDIVIDUAZIONE

Nome scientifico:

Lonicera caprifolium

Nome comune italiano:

Caprifoglio comune o Madreselva. Altri nomi comuni sono: Abbracciabosco, Vincibosco, Succiamiele, Legabosco, Uva di San Giovanni, Manicciola e Manine.

Famiglia:

Caprifoliaceae

Provenienza:

Originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentrionale, è una delle specie più diffuse di Lonicera. Il genere, infatti, comprende circa 200 specie, di queste una decina appartengono alla flora spontanea italiana. Il caprifoglio comune è considerata una specie originaria dell’Italia.

Ambiente:

si trova nei luoghi selvatici delle regioni litoranee e submontane, nei boschi caducifogli non troppo soleggiati. Può facilmente formare delle siepi naturali in associazione al castagno o al cerro; a volte però a causa del suo portamento volubile si creano delle fitte ragnatele che alla fine soffocano le altre piante. Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1200 m s.l.m..

Sempreverde o decidua:

sempreverde

Tossicità:

Le bacche contengono un glucoside tossico e amaro chiamato xylosteina che causa avvelenamenti con nausea e diarrea

RICONOSCIMENTO VEGETALE

Altezza:

6 – 7 metri

Larghezza (estensione):

la larghezza di una rampicante dipende da come vengono fissati i rami. Si può però dire che la produzione del fogliame è importante, la crescita rapida e la pianta vigorosa, quindi crea grosse masse un po’ disordinate se non fissate a dovere.

Portamento:

La pianta è di tipo lianosa (a forma o struttura di liana). La forma biologica di questa specie è definita come fanerofita lianosa: sono piante generalmente legnose ma incapaci di reggersi per conto proprio e quindi con portamento rampicante. Questo tipo di rampicante si attorciglia ai sostegni.

Foglia:

Le foglie sono semplici a margine intero senza stipole lungo il fusto si dispongono in modo opposto. La lamina è consistente senza essere coriacea; la pagina superiore è verde chiaro quasi brillante, mentre quella inferiore è più scura con riflessi glauchi. In qualche caso si può avere il fenomeno dell’eterofillia (presenza di foglie di forma diversa) specialmente con le foglie dei germogli terminali. La forma prevalente è ovato–ellittica.

Fiore:

L’infiorescenza è formata da fiori (circa 6 esemplari) sessili disposti a fascetti inseriti nel centro dell’ultimo paio di foglie concresciute a lamina ellittiche e a forma di coppa. La forma del fiore è del tipo “labiata” e variamente colorata soprattutto di rosso e bianco.

Fioritura:

da maggio a luglio

Frutto:

Il frutto è una bacca non commestibile in quanto tossica di circa 8 millimetri carnosa e ovale di colore, a seconda della varietà, rosso arancione contenente alcuni semi discoidi.

Fusto:

rampicanti e volubili (si avvolgono ad altri alberi o arbusti), possono arrivare fino a 5 metri di estensione e nella fase iniziale dello sviluppo sono molto ramosi. La ramosità quasi cespitosa è data dalla presenza di gemme multiple, soprannumerali ed in serie sovrapposte nelle zone ascellari del fusto.

L’aspetto del fusto è quello di una corteccia che invecchiando assume una colorazione bruno – verdastra. I fusti giovani presentano una certa pubescenza.

Un’altra particolarità del fusto è che questo è caratterizzato dalla formazione di un unico strato di fibre “a membrana ispessita” che entrano nella costituzione del “libro” all’interno della corteccia, per ciascun ciclo vegetativo annuale, facilitando così la determinazione della sua età.

Proprietà:

Usata per secoli come rimedio naturale per trattare una varietà di disturbi. La pianta contiene sostanze nutritive quali flavonoidi, antociani, acidi organici, tannini, zuccheri, vitamine e minerali. Questi composti hanno dimostrato di avere proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antimicrobiche, antispasmodiche e diuretiche.

Può essere usata per alleviare i sintomi di malattie respiratorie come l’asma, la bronchite e l’influenza, disturbi digestivi come diarrea, nausea e vomito o per trattare l’insonnia, l’ansia e la depressione.

Può essere assunta sotto forma di tisana, decotto o estratto. Può anche essere applicata direttamente sulla pelle per trattare infezioni cutanee, ferite e ustioni. Si consiglia di consultare un medico prima di assumere qualsiasi rimedio a base di Lonicera caprifolium.

Profumo:

intenso

NECESSITÀ

Manutenzione:

media

Esposizione alla luce:

preferisce le posizioni di mezz’ombra anche se, essendo una pianta resistente, sopporta anche il caldo intenso ed il freddo fino a -15°.

Tipo di suolo:

si adatta ai terreni rocciosi, ma preferisce ovviamente i terreni fertili e ben drenati.

Acidità del suolo:

pH tra 6,8 e 7,2

Area climatica italiana:

In Italia è una pianta comune solo nella penisola (sono escluse le isole).

Bisogno di acqua:

Se si acquista un caprifoglio comune le necessità idriche della pianta adulta sono basse tranne in caso di caldo intenso e terreno asciutto. Se si prendono varietà coltivate più rare possono essere meno resistenti e più bisognose di annaffiature. Hanno comunque bisogno di una buona irrigazione durante la stagione di crescita.

Propagazione:

Si semina in autunno subito dopo la raccolta dei frutti, o in primavera dopo 2-3 mesi di stratificazione. Molto più semplice è la riproduzione per propaggine interrata nella tarda primavera e spiccata durante l’autunno successivo, oppure per separazione del cespo.

Malattie:

generalmente resistente ai parassiti e alle malattie, ma può essere soggetta a problemi come la ruggine, la muffa grigia e le cocciniglie.

Potatura:

Più che altro è un problema d’ordine. La pianta è, per sua natura, rustica e vigorosa. È una pianta che butta continuamente getti laterali che vanno ordinati se non si vuole che la chioma e l’intero effetto finale risulti confuso e disordinato. deve essere potata regolarmente per mantenere la forma e la dimensione desiderate. Fiorendo sui rami dell’anno precedente, la potatura va fatta a fine autunno dopo la fioritura.

PARTICOLARITÀ

Il termine del genere (Lonicera) fu coniato da Linneo nel 1753 adattando al latino il cognome “Lonitzer”, volendo ricordare il botanico Adam Lonitzer (1528-1586) – in italiano questo cognome si pronuncia Adamo Lonicer – medico condotto a Francoforte.

L’epiteto specifico (caprifolium) deriva dal latino ed è composto da due termini: “capra” e “folium” (capra e foglia). Probabilmente questa dizione deriva dal fatto che le capre usano brucare le foglie di questa pianta.

“Caprifoglio” è il nome comune di alcune specie del genere “Lonicera”, ma è anche la versione volgare italiana del nome del genere, per cui spesso si vengono a creare equivoci che comunque si possono dissipare facilmente affiancando sempre anche il nome scientifico.

Il nome comune di “Abbracciabosco” deriva dal suo portamento rampicante che spesso avvolge, danneggiando la pianta ospite. I greci ad esempio chiamavano queste piante “peryclimenon” (che tradotto liberamente significa “accerchiamento”).

Annotazioni

È pianta visitata dalle api per il polline ed il nettare. Questi fiori attraggono soprattutto grossi imenotteri (come i Bombi) e le farfalle della famiglia delle Sfingidi, che con la loro lunga proboscide (chiamata “spiritromba”) riescono a raccogliere il nettare contenuto, fino a metà altezza, nel lungo tubo corollino.

Vuole la tradizione che i fiori, posti nella stanza di una fanciulla, favorirebbero i sogni d’amore, così come, tenuti in casa delle fanciulle nubili, propizierebbero il matrimonio.

Se volete approfondire altre interessanti amenità vi consigliamo questo articolo di Angela Borghesi su Doppiozero

In cucina:

Dalle foglie si usa preparare un infuso tipo té.

Il consiglio del mondo del giardino

Lo citano Shakespeare nel “Sogno di una notte di mezza estate” [… così dolcemente il caprifoglio al soave convolvolo si allaccia…] ed Emily Bronte in “Cime tempestose” […Non fu il rovo a chinarsi verso il caprifoglio, ma il caprifoglio ad abbracciare il rovo…]. In Tristano e Isotta, Tristano affida al caprifoglio, avvinghiato al nocciolo, il suo messaggio a Isotta: “Assieme possono durare a lungo – dice Tristano – ma se uno li separa, allora il nocciolo subito muore e il caprifoglio lo stesso. Mia bella amica, così è di noi: né voi senza di me, né io senza di voi”. Varrà la pena viverne bellezza e profumo nel nostro giardino? Sembra di si…da sempre.

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e moltissime grazie a Lorn Slack per la foto di copertina. Poi in ordine di inserimento doppiozero.it, shoppuntoflora2000.it, Manfred Antranias Zimmer, Shirley Hirst, Cally Lawson, Alexei, Beverly Buckley, Viktoriya2210 Steve Bidmead per la foto di chiusura.

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