Il giardino degli equivoci – Controstoria del giardino da Babilonia alla Land Art di Guido Giubbini

Il giardino degli equivoci: Ecco perché il paesaggista non esiste!

Leggere Il giardino degli equivoci non è facile: colto, ragionato, con citazioni storiche che ti portano continuamente su internet. Inoltre, ad un certo punto, sostiene che il paesaggista è una figura professionale che non esiste in quanto “[…] Il paesaggio non può essere il risultato di un’azione individuale, perché frutto della geografia e della storia […]” e ancora “[…] Il successo del termine <architetto del paesaggio> si spiega in parte con la necessità di distinguere la figura professionale del progettista da quella manuale del <giardiniere>, e risulta oggi, nella pratica, insostituibile, ma oltre a essere ideologicamente ambiguo non ha alcuna legittimità concettuale.” Come negare? Vorrà dire che questa figura dovrà trovare una definizione chiara della propria professione come “architetto dei giardini”.

 

Come trovare i migliori libri sui giardini

Sono proprio un ignorante! Ogni tanto mi metto su un sito di vendita di libri e ne cerco sui giardini. Questa volta ho acquistato “Il Giardino degli equivoci. Contro-storia del giardino da Babilonia alla Land Art” di Guido Giubbini. Non conoscevo Guido Giubbini e non avevo mai sentito nominare questo libro.

Leggendolo mi rendo conto che si può tranquillamente considerare un cult book della storia del giardino. Qualcosa che non si può non leggere né quando si studia né più avanti.

Fatehpur-Sikri-Isola-Trono

 

Ma chi è Guido Giubbini l’autore de “Il giardino degli equivoci”?

Questo signore, nato nel ’41 e che ha fondato il Museo di Arte Contemporanea a Genova, ha scritto di storia e critica di incisione e stampa, rappresentazione della città e del territorio e arte di Ottocento e Novecento.

Negli anni ’60 compra una casa con giardino e se ne occupa per vent’anni dopo di che decide che per progettarne lo spazio esterno deve studiare l’argomento approfondendo “i modelli formali che si erano succeduti nelle varie aree geografiche ed epoche storiche e che influenzano tuttora, in modo consapevole o inconsapevole, l’aspetto del giardino contemporaneo” (cit. dal libro).

Come i più bei cervelli del mondo la prende molto alla larga e si mette a studiare gli stili non solo sui libri, ma anche girando il mondo.

 

Madinat-al-Zahra_Cordova

 

Girare il mondo a veder giardini con Guido Giubbini

“Intrapresi così una serie di viaggi, in Inghilterra innanzitutto, poi nel resto d’Europa, Nordafrica, Vicino e Medio Oriente, Asia centrale, India eccetera.”

E scopre che i modelli riportati nei libri e che rappresentano le basi su cui si è evoluta la storia del giardino europea, inglese e americana, non sono quelli veri, ma quelli già modificati o mal capiti o addirittura mal tradotti.

 

Bagh-e-Babur-Park-Kabul_vista-aerea

 

Il giardino degli equivoci: Approfondimenti sui più importanti giardini del mondo

 

Cos’erano i giardini pensili di Babilonia? e dov’erano realmente?

Per esempio scopre, o per meglio dire, si accorge che oggi qualcuno vuole convincerci che i magnifici e tecnologicamente avanzati Giardini pensili di Babilonia sono esistiti, ma da un’altra parte ed il libro ‘the garden book’ (2000) la prende subito per buona. Il Sig. Giubbini quindi si mette di buzzo buono e cerca tutti i riferimenti e ricostruisce la storia dell’epoca – sintetizzata nel libro – che confuta questa funambolica ipotesi.

 

I Giardini pensili di Babilonia

 

Cos’è il giardino Chahar Bagh? E in che relazione è con i giardini d’occidente?

Oppure scopre che il giardino persiano quadripartito (Chahar Bagh) non si compone, come riportato da tutta la storiografia successiva, di un “giardino quadrato diviso in quattro, con una vasca o fontana al centro da cui si dipartono in direzioni opposte quattro piccoli corsi d’acqua o, quanto meno, quattro piccoli viali […]”, ma di “[…] un giardino longitudinale con il consueto canale centrale, fiancheggiato da due lunghi lotti di terreno divisi in una serie di aiuole quadrate. E sarà questo, per tutti i secoli successivi, l’impianto tipico di tutti i giardini della Persia safavide (…), sia, la maggior parte, di quelli dell’India moghul (…)”.

Scopre anche che quelli che da noi sono arrivati come spazi legati al concetto di paradeisos o giardini di delizia dove persone ed animali vivevano in armonia tra loro e con la natura, in realtà erano luoghi di caccia anche grossa.

Spazi recintati per cacciare gazzelle ma anche leoni e leonesse: una storia ed una realtà molto più cruenta di quella riportata.

 

Bagh-e-Babur-Park-Kabul

 

Cosa importa a noi occidentali dei modelli di giardini persiani?

Che questi errati modelli su cui si è evoluto il giardino occidentale fanno riferimento ad un falso mito e un po’ di chiarezza e raddrizzamento delle indicazioni di percorso sono sempre interessanti non tanto per correggere ciò che è già stato fatto, ma per procedere magari su nuovi percorsi più stimolanti per il futuro.

 

Bagh-e-Babur-Garden_Planimetria-odierna

 

Perché è importante visitare i giardini dell’Alhambra?

Un altro interessante approfondimento è quello sui giardini dell’Alhambra e Generalife (o del Partal) del quale dice che la parte più interessante e simile all’originale è la seconda, soprattutto per l’utilizzo dell’acqua che viene portata in alto per poi riscendere tramite cascatelle, catene e specchi d’acqua fino al muro di recinzione.

“Il Generalife, infatti, è probabilmente l’unico esempio sopravvissuto di una tipologia di giardino un tempo ampliamente diffusa in tutto il mondo islamico, quella del Giardino del Trono (Bagh-e Takht), di cui purtroppo oggi non resta quasi alcuna traccia materiale.”

 

 

Chi era Capability Brown e in che vesti ci è arrivato?

La storia non sempre restituisce nel tempo le figure che si sono distinte con la dovuta giustizia. Una di queste figure sembra essere Capability Brown, un architetto dei giardini che, per aver rotto con il passato ed aver “saltato il fosso” tra giardino formale e informale, è stato storicamente denigrato riducendolo a “colui che ha distrutto la nostra tradizione inglese del giardino dei fiori”.

Questo grandissimo professionista invece interpretava una nuova era, abbandonando tempietti e statue e restituendo la figura principale alla natura.

“[…] Capability Brown rifiutava statue, iscrizioni e tempietti perché riteneva i programmi allegorici e mitologici a essi sottesi eteronomi rispetto al fare giardino: il giardino doveva parlare con la propria lingua, con i vocaboli delle piante, dell’acqua e dell’erba, e la sintassi dei boschi e delle radure.” (Lancelot <Capability> Brown e il paesaggio naturale Rivista ‘Rosae’ giu-lug 2003)

Per trovare molte informazioni su di lui vi consiglio di partire da qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Lancelot_Brown

 

Come sono i giardini di Versailles? Cosa si intende per giardino all’inglese?

Un altro importante approfondimento fatto da Guido Giubbini ne “Il giardino degli equivoci” riguarda i giardini di Versailles, ma se dovessi affrontare tutti i temi trattati nel libro vi toglierei gran parte del piacere di leggerlo e invece vale la pena farlo, quindi abbiate pazienza.

Plan de petit parc de Versailles
Plan de Versailles - Meyers - 1746
Plan_de_Versailles - Delagrife_1746

 

Perché leggere “Il giardino degli equivoci” di Guido Giubbini?

Alla fine del libro mi sento onorata di aver potuto leggerlo.

In questo libro salta all’occhio la capacità di ragionare con la propria testa. Guido Giubbini non si è accontentato delle informazioni che trovava ed ha deciso di andare alla fonte per saperne di più. Forse qualcosa non gli tornava, forse un’intuizione lo ha messo sulle strade del mondo per approfondire gli argomenti che gli stavano a cuore. Forse la sua indole di storico che scava tra le informazioni è uscita anche in questo caso, e a noi non resta che ringraziarlo per questa perla di conoscenza che ci permetterà di approfondire argomenti da lui sintetizzati in questo libro.

Quanto mi sarebbe piaciuto intervistare quest’uomo, ma alla veneranda età di 81 anni non credo sia interessato a tal genere di impegno. Anzi forse più che intervistarlo starei ad ascoltarlo in un silenzio rapito mentre mi racconta qualsiasi cosa desideri raccontare.

L’input del mondo del giardino

Le case editrici ci farebbero grandemente felici se sviluppassero la tecnologia del libro elettronico. Capisco che ora come ora non sia remunerativo venderli perché poco protetti dalle frodi, ma si parla di ecologia, di comodità di lettura e di grande risparmio di spazio a casa. L’evoluzione è necessaria!

Le foto inserite sono relative al libro e quindi non tutte citate nell’articolo, ma utili quando “librerete” ?

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: il sito di Madinat al-Zahra_Cordova da islamicart.museumwnf.org; Le foto del Babur garden sono di lonelyplanet.com e Pinterest.it; la foto del Babur Memorial Park and House Museum da uzbekistan.travel; la vista aerea del Babur Garden è di hiddenarchitecture.net; la Colonna Trono di Fatehpur-Sikri da outlookindia.com; l’Isola Trono di Fatehpur-Sikri da indieroad.it; la planimetria dei giardini di Versailles viene da sites.google.com e da it.map-of-paris.com; la vista dei Giardini dell’Alhambra in inverno da alhambradegranada.org; la vista a volo d’uccello del Generalife da it.alhambraonline.org; il paseo de las adelfas da generalife.org; la planimetria dei giardini dell’Alhambra sono da alhambra.org.