INDIVIDUAZIONE
Nome scientifico:
Mentha selvatica o longifolia
Nome comune italiano:
Menta selvatica, Menta a foglie lunghe
Famiglia:
Lamiaceae
Provenienza:
Europa, dell’Asia occidentale e centrale, oltre che delle regioni dell’Africa non tropicali.
Ambiente:
Lungo le strade e i sentieri, i terreni alluvionali, leggeri, paludi, stagni, acquitrini, i prati igrofili, i bordi dei torrenti; gli ambienti umidi temporaneamente inondati generalmente fra 800÷2.000 m s.l.m., raramente a quote più basse.
Sempreverde o decidua:
decidua
Tossicità:
nessuna
RICONOSCIMENTO VEGETALE
Altezza:
30 – 100 cm
Larghezza (estensione):
fino a 50 cm.
Portamento:
Eretto. Pianta erbacea, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve
Foglia:
oblunga e di forma ellittica, lanceolata; Le foglie sono lunghe dai 5 ai 10 cm e larghe da 1,5 a 3 cm, di un colore che varia dal grigio al verde nella parte superiore, biancastro, o più chiaro, in quella inferiore. Profumata
Fiore:
I fiori sono lunghi dai 3 ai 5 mm, di tonalità che variano anch’esse dal lilla al violaceo, o addirittura al bianco; vengono prodotti in densi grappoli sulle ramificazioni del fusto.
Fioritura:
Giugno – Ottobre
Frutto:
tetrachenio formato da 4 nucule monospermi.
Fusto:
eretto, pubescente, ramoso
Proprietà:
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose: antiasmatica (limita il fenomeno della bronco-costrizione); antisettica (proprietà di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi); antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso); carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali); stimolante (rinvigorisce e attiva il sistema nervoso e vascolare). Vari studi stanno prendendo in considerazione l’utilizzo della pianta nella produzione di farmaci. Ha proprietà digestive e, per il contenuto in diosfenolo, stimola la diuresi.
La proprietà principale della menta selvatica
La sua principale proprietà è quella digestiva. Inoltre per le sue proprietà antisettiche e digestive è molto utile contro le infiammazioni della bocca, grazie al mentolo in essa contenuto. Il suo infuso è calmante della tosse, aperitivo preso prima dei pasti ha proprietà digestive preso dopo, antifermentative e antispasmodiche.
Profumo:
forte odore dolciastro (profumo simile a quello della Mentha x piperita)
NECESSITÀ
Manutenzione:
Necessita di più acqua di altre piante e di controllo delle malattie da affrontare in modo da poter utilizzare le foglie per il cibo.
Esposizione alla luce:
sole, mezz’ombra
Tipo di suolo:
substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo
Acidità del suolo:
pH 6,0 – 7,5
Area climatica italiana:
in Italia è una specie comune e si trova solamente sul continente. Si trova dalla zona collinare all’alpina.
Bisogno di acqua:
La menta selvatica preferisce ambienti umidi simili ai suoi prati nativi, richiedendo umidità costante senza ristagni d’acqua. È meglio annaffiata settimanalmente, prospera all’aperto con la pioggia naturale, favorendo un terreno ben drenato e capace di trattenere l’umidità pur mostrando una tolleranza moderata alla siccità.
Propagazione:
Per Impollinazione che avviene tramite insetti tipo ditteri e imenotteri, raramente lepidotteri (impollinazione entomogama). Per Dispersione dove: i semi, cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora), sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). I semi hanno una appendice oleosa (elaisomi, sostanze ricche di grassi, proteine e zuccheri) che attrae le formiche durante i loro spostamenti alla ricerca di cibo. Per divisione dei rizomi che è ideale se effettuata all’inizio della primavera o in autunno. Assicurarsi che ogni sezione abbia radici e germogli. Mantenere un’umidità costante senza ristagni d’acqua fino all’insediamento.
Potatura:
Dall’inizio della primavera fino alla tarda primavera per controllare la crescita e migliorare la salute. Potare i fusti allungati o affollati per una migliore circolazione dell’aria. Utilizzare sempre forbici affilate e sterilizzate e evitare di tagliare più di un terzo alla volta per prevenire shock e ridurre i rischi di malattie.
Malattie:
Macchia bruna, coleotteri delle foglie, macchia gialla
PARTICOLARITÀ
Mentha: dal greco μίνθᾰ mínthă menta
longifolia: da longus lungo e da folium foglia: dalle lunghe foglie
Il nome generico (Mentha) per una pianta è stato usato per la prima volta da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, e deriva dal nome greco “Mintha” di una ninfa dei fiumi sfortunata, figlia del dio Cocito (ma è anche un fiume mitologico), amante di Ade trasformata in un’erba da Persefone quando ne divenne moglie.
Annotazioni
L’antico testamento tramanda che quest’erba veniva usata per profumare le mense ed elevare lo spirito. Il papiro di Ebers la annotava fra le erbe più preziose, sacra ad Iside e al dio della medicina Thot. Gli antichi cinesi, ne conoscevano e vantavano le proprietà calmanti e le virtù antispasmodiche. Ippocrate la considerava un afrodisiaco, mentre Plinio ne vantava l’azione analgesica. Sia i greci che i romani la usavano in quantità notevoli per profumare la persona, l’acqua per il bagno e per preparare infusi. Ovidio racconta, come anche nelle umili case contadine, si strofinasse con foglie di menta il tavolo della cucina, per renderlo profumato, prima di servire il pranzo per gli ospiti.
Carlo Magno emise editti per contenerne lo spreco e tutelarne la specie.
Il genere Mentha è molto complesso, poichè comprende numerosi ibridi originatesi sia spontaneamente sia in coltivazione, che rendono ancor più difficile l’identificazione. La maggior parte delle specie all’interno del Mentha longifolia subsp. longifolia, comunemente indicato come menta selvatica, sono sicure per i cani tranne la Mentha pulegium di cui parliamo sotto.
In cucina:
Le parti edibili sono le foglie (crude o cotte) e i fiori. Possono essere impiegati per aromatizzare insalate crude, salse, bevande e vengono anche candite. Soprattutto nella cucina asiatica, come condimento nelle pietanze con chutney (salsa a base di frutta e spezie). Fonte dell’essenza usata in sostituzione di quella di menta piperita in pasticceria.
Il consiglio del mondo del giardino
La Mentha pulegium o Menta romana, nota anche come mentuccia europea può essere gravemente tossica per i cani. Tutte le parti di questa pianta contengono sostanze che possono causare vomito e diarrea e, in casi estremi, insufficienza epatica o morte, se consumate. Consultare un veterinario se questa specie è stata consumata.
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BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com
Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e moltissime grazie a Mabel Amber, Miguel Pujante, Gundula Vogel, Max Brennemann, WikimediaImages, Ирина Мищенко, Mind Body Spirit World, Anja Heidsiek, Beverly Buckley ed actaplantarum.org con, in particolare, Marinella Zepigi, Enzo De Santis, Roberta Alberti, Giorgio Faggi and Giacomo Bellone per le bellissime immagini.