Silybum marianum

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INDIVIDUAZIONE del Silybum marianum

Nome scientifico:

Silybum marianum

Nome comune italiano:

Cardo mariano o Carciofo selvatico

Famiglia:

Asteraceae

Provenienza:

Mediterranea – Turanica

Ambiente:

tutto il bacino del mediterraneo

Sempreverde o decidua:

decidua

Tossicità:

no

RICONOSCIMENTO VEGETALE del Silybum marianum

Altezza:

dai 30 cm fino ai 2 m.

Larghezza (estensione):

dai 30 cm fino a 1 m.

Portamento:

pianta erbacea biennale. Portamento eretto, leggero.

Foglia:

La lamina è verde-lucido di colore verde con venature bianche prominenti, glabra, con margine ondulato e lanceolato-lobato; i lobi sono triangolari terminanti con robuste spine. Le foglie basali, grandi, sono picciolate e possono raggiungere i 20 – 40 cm di lunghezza. Quelle dello scapo sono più piccole e meno divise, espanse alla base in due orecchiette.

Fiore:

il fiore si sviluppa il secondo anno. I fiori tubulosi sono formati da grandi capolini globosi, terminali, di colore porpora, che crescono su lunghi peduncoli, la base su cui poggia il fiore è provvista di spine.

Fioritura:

piena primavera

Frutto:

acheni oblunghi, più stretti alla base e compressi lateralmente, provvisti di un pappo uniseriato e setoloso all’apice

Stelo:

Robusto, striato e ramificato

Proprietà:

Nel Medioevo il cardo mariano venne citato come epatoprotettore e colagogo.

Alla fine del secolo scorso i semi venivano utilizzati per le sindromi emorragiche e nell’ipotensione arteriosa.

Profumo:

leggero di carciofo

NECESSITÀ

Manutenzione:

bassa

Esposizione alla luce:

pieno sole

Tipo di suolo:

qualsiasi

Acidità del suolo:

varie

Area climatica italiana:

Tutta Italia: dal livello del mare fino alla zona submontana. Più rara al nord, diventa più frequente passando al centro, al sud e nelle isole fino a diventare invadente.

Bisogno di acqua:

basta l’acqua piovana se non ci sono periodi di prolungata siccità.

Propagazione:

I semi vengono raccolti per scuotimento dei capolini (imitando l’azione del vento) e vengono posti direttamente nel terreno

Potatura:

se coltivata eliminare solo le parti danneggiate o morte

Malattie:

non individuate

PARTICOLARITÀ 

Un’antica tradizione cristiana, vuole che il nome “mariano” derivi da piccole striature bianche sulle foglie della pianta, che dovrebbero rappresentare il latte di Maria Vergine, perso durante l’allattamento presso un riparo in una vegetazione di cardi, nel periodo di fuga in Egitto con Giuseppe e Gesù bambino.

I frutti del Cardo Mariano sono molto graditi dagli uccellini, in particolare dai cardellini. Tant’è che si dice possano avere preso il nome proprio da questa pianta.

Se invece desiderate informazioni di tipo scientifico sulla pianta quali la composizione chimica, le informazioni farmacologiche, e la spiegazione dei meccanismi di cura del fegato e dalle radiazioni UV vi rimando qui

Annotazioni

Plateario, nel quindicesimo secolo, lo indicava ” …contro i dolori di fegato …” e “…per fare uscire il veleno… “.

Mattioli, nel sedicesimo secolo, riteneva i suoi semi colagoghi e diuretici, Lindanus lo ordinava contro la rabbia.

Anche per i cani, sotto controllo medico, può essere un aiuto per i problemi gastrointestinali.

In cucina:

Il cardo mariano è una pianta officinale, usata per il trattamento delle affezioni a carico del fegato. La moderna fitoterapia lo utilizza in decotto o infuso, però con una certa cautela nei pazienti sofferenti di ipertensione, a causa della presenza della tiramina.

Il consiglio del mondo del giardino

Dobbiamo tornare all’utilizzo delle erbe selvatiche in cucina e per la salute: è un bene troppo prezioso per non approfittarne essendo erbe che possiamo coltivare facilmente anche sul balcone!

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e moltissime grazie a Thanasis Papazacharias per l’immagine per i social, Rajesh Balouria per l’immagine di copertina e poi in ordine a discesa Otto Prukner, József Szabó, Otto Prukner, valverbe.it, Laura Maria, Вилина Петрова, actaplantarum.it e 3071145 per l’immagine di chiusura.

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