Verde Urbano e Cambiamento Climatico

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Verde urbano e cambiamento climatico: Parla Remorini

Nel contesto sempre più urbano delle nostre vite, la presenza di spazi verdi assume un ruolo cruciale nella qualità della nostra esistenza.

L’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Arezzo, in collaborazione con il Collegio Professionale dei Periti Agrari di Siena, Arezzo e Firenze e con l’associazione nazionale di categoria degli psicologi ha presentato, a metà settembre, il seminario dal titolo:

Verde Urbano: sicuri che sia solamente VERDE?
Il Verde non è solo un colore: gli effetti biologici, psicologici e sociali del vivere in aree con alta densità di natura urbana.

Cosa si intende per Verde Urbano? Come viene classificato il verde urbano? Come influisce il cambiamento climatico sul verde urbano? Quanto verde urbano per abitante?

Con il Professor Remorini, del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa, apriamo la serie di articoli dedicati al convegno: Verde Urbano: sicuri sia solamente Verde? Un approccio semplice da capire eppure pieno di complessità e conoscenza dell’argomento.

Parla Remorini

Prima un dato: nel 2007 è accaduto che le persone che abitano in città abbiano superato quelle che abitano fuori città. Nel 2021 era il 60% e si stima che questo valore crescerà ulteriormente.

Un secondo dato da cui partire è che dopo il 2000 si è cominciato a parlare di servizi ecosistemici come quei benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano.

Quali sono i benefici del verde urbano?

Tra i benefici fisici probabilmente uno dei più importanti è il miglioramento del microclima. Nelle nostre città si assiste al fenomeno dell’isola di calore: costruito=temperature più alte verde=temperature più basse

Il contributo del verde, e degli alberi in particolare, alla mitigazione dell’isola di calore è dovuto innanzitutto dalla traspirazione dell’acqua dalle foglie che, passando dallo stato liquido a quello gassoso, assorbe calore dall’ambiente raffreddando l’aria.

Inoltre l’ombreggiamento diretto degli alberi sugli edifici permette di ridurre la temperatura di questi ultimi fino a 10-15 °C.

Poi si sa che la presenza del verde migliora la qualità dell’aria perché le piante assorbono non solo la CO2 ma anche i particolati e i metalli pesanti.

erature più basse

Conta come viene gestito l’albero?

L’assorbimento della CO2 però dipende molto da come l’albero è coltivato e gestito e dalle condizioni pedoclimatiche in cui si trova a vivere.

Tra i benefici economici c’è l’aumento di valore per gli appartamenti posizionati vicino a parchi o spazi verdi e la minor spesa per riscaldamento e condizionamento legata alla mitigazione del calore in presenza di piante.

Le funzioni ricreative e sociali del verde portano svago e aggregazione per persone e animali che ci portano quindi benefici fisici e psicologici

E nel campo della salute come influisce il verde urbano?

Ci sono decine di ricerche da parte dei medici riguardo al contributo che la fruizione del verde, e talvolta anche la sola visione del verde, fornisce nei confronti di molti parametri fisiologici dell’uomo e nella cura di molte patologie.

Il progettista di Central Park, Olmstead nell’1800, già invitava la popolazione a frequentare il parco per migliorare la propria vita.

La conservazione della biodiversità e l’importanza dei corridoi ecologici a margine delle coltivazioni sono un altro vantaggio.

L’educazione ambientale dei bambini li sensibilizza alla coltivazione della curiosità e quindi del rispetto nei confronti della natura.

La città resiliente

Cos’è la resilienza? È la capacità di un materiale di resistere ad una sollecitazione dinamiche senza spezzarsi.

La città resiliente resiste ai cambiamenti climatici. Ad esempio a Parigi l’attuale sindaco ha aperto i giardini scolastici alla popolazione, implementandone i servizi e sostituendo l’asfalto con materiali permeabili e trasformando i parcheggi non utilizzati in piccoli giardini (avevano prima potenziato i servizi pubblici rendendo le auto meno desiderabili).

Potrete approfondire la situazione di Parigi nell’articolo “Un Agronomo a Parigi”.

L’esempio di Rotterdam

A Rotterdam hanno deciso di puntare l’evoluzione green sull’uso GREEN dei tetti. Avendo loro molti tetti a disposizione, un chilometro quadrato solo in centro, ne hanno sviluppato quattro tipi, verde, recupero delle acque metereologiche, spazi sociali e pannelli solari. Si può anche passare da uno all’altro in quota.

Barcellona

A Barcellona, città che ha il problema delle bombe d’acqua, hanno deciso di utilizzare sistemi già collaudati di Rain Garden, quel sistema di drenaggio delle acque che assorbe l’acqua in eccesso in città convogliandola in grosse cisterne che ne permettono il riutilizzo in un secondo momento.

Hanno sperimentato questi sistemi di drenaggio sotterraneo in alcune zone pilota e visti gli ottimi risultati hanno reso la loro realizzazione obbligatoria nelle riqualificazioni stradali

Inoltre hanno deciso che andava preservata la biodiversità ed hanno inserito in ogni spazio disponibile piante che permettessero la presenza di insetti utili dopo uno studio in collaborazione con l’Università

Come hanno reagito i cittadini?

Interessante notare che la popolazione, non informata di queste decisioni, ha protestato per questa diversa gestione, pensando si dimenticassero di tagliare il prato. Il comune quindi ha deciso di attivare una campagna di informazione che spiegasse ai cittadini il perché.

Nello scegliere le piante nuove messe a dimora, o per le sostituzioni di quelle che sono state rimosse, si deve stare attenti alle piante “esotiche/alloctone” (nel senso di non autoctone) che si inseriscono. Queste, infatti, non devono essere invasive.

L’utilizzo di piante esotiche (ma mai invasive!) può tuttavia essere una strategia da utilizzare in alcuni casi poiché queste si possono adattare meglio di molte autoctone alle mutate condizioni causate dai cambiamenti climatici

Se volete controllare che nel vostro giardino non ci sia una specie vietata potete consultare il link seguente:

Elenco delle piante invasive vietate in Unione Europea

Arezzo stessa, in conseguenza di questi ragionamenti, sta provando a stilare un elenco di piante alloctone per valutarne la presenza.

Il Greenwashing

Alcuni giornali scrivono che per curare il mondo dal cambiamento climatico si dovrebbero piantare 1000 miliardi di alberi.

Facendo Un semplice calcolo dello spazio necessario per far crescere una tale quantità di alberi, affinché possano svolgere il compito che chiediamo loro, evidenzia che servirebbero quasi il 70% delle terre emerse!

Secondo altri studi, raddoppiare gli spazi esistenti dedicati alla piantumazione, risolverebbe il problema. Beh non basterebbe neanche triplicarli.

Queste teorie sembrano quindi, più che altro, un fenomeno di Greenwashing cioè quel metodo che spedisce la polvere di casa sotto il tappeto e non nella pattumiera.

 Il problema è più complicato e riguarda soprattutto lo smettere di usare il petrolio 

Guardiamo l’immagine:

Mostra come la stessa pianta in ambiente urbano e rurale abbia uno sviluppo diverso ed un’aspettativa di vita diversa per lo stress ed il contenuto sviluppo a cui è sottoposta. Bisogna quindi fare attenzione a creare le condizioni migliori in cui la pianta possa svilupparsi.

È meglio spendere 100 euro in un albero e 200 nel sito d’impianto, anziché l’inverso

 

Se desiderate sapere i corsi dell’Università di Pisa potete andare qui

Il consiglio del mondo del giardino

Il cambiamento di mentalità è quello a cui aspiriamo: partendo dall’aggiunta di spazi verdi si vivrà meglio e si girerà di più in bicicletta e con i mezzi pubblici. Vivendo meglio si faranno figli più consapevoli che diventeranno politici che cambieranno le cose. Agiremo come l’acqua che scava la pietra non per la sua forza ma per la sua costanza.

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia il Prof. Remorini per le diapositive e Pixabay con in particolare in ordine di foto corvin per l’immagine dei social, Chil Vera e VĂN HỒNG PHÚC BÙI per la copertina, JudaM, Wolfgang Eckert e Pexels per il tris.

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