Testamento di un giardiniere

 

Chi era e che lavoro faceva Gertrude Jekyll?

Gertrude Jekyll nasce nel 1843 a Londra. Studia arte e pittura ed è considerata una delle più influenti paesaggiste dell’inizio del XX secolo. Nei suoi studi la colpisce, in particolare, l’uso del colore di Turner e Monet per ottenere effetti emozionanti.

Conosce William Morris e John Ruskin che, con la loro visione dell’architettura e la creazione del movimento Arts and Crafts segnano il suo modo di fare giardini.

Per Gertrude, la progettazione di ogni giardino è una fine cesellatura dello spazio esterno, che da “progettato” nelle vicinanze della casa, sfuma nel naturale allontanandosene.

 

 

Come nasce la passione per il giardino di Gertrude Jekyll?

Dobbiamo pensare che i giardini di allora non erano delle dimensioni di quelli odierni. Quelli che loro chiamavano giardini erano appezzamenti di terreno di svariati acri dove la parte più vicina alla casa veniva progettata a prato e arbusti da fiore ed erbacee perenni. Allontanandosi dalla casa, si incontravano boschi, radure, fiumi e molti altri scenari ricchi di selvatica bellezza.

Passeggiare nel giardino era un’esperienza completa a contatto con la natura. La giovane Gertrude poteva avvicinarsi non solo ai fiori, ma poteva anche apprendere il comportamento delle piante nei loro habitat naturali.

La passione per quello che poi sarà il suo lavoro di giardiniera e paesaggista nasce quindi trascorrendo gran parte del suo tempo di bimba tra le piante del giardino.

 

 

I progetti di Gertrude Jekyll: Dove il bosco incontra il giardino

Impara a conoscere gli alberi ed il loro comportamento nei boschi, ma anche le felci e le piante da sottobosco facendone elementi strutturali dei suoi giardini. C’è sempre, infatti, un avvicinamento al bosco nel progetto e svariate “aiuole” nel bosco che hanno lo scopo di accompagnare la vista di chi vi passeggia, ma anche di fare da sfondo a piante più importanti.

 

Quando la passione per il giardino e il giardinaggio diventano un mestiere: Il paesaggista

Abbiamo visto come nasce la passione di Gertrude Jekyll per il giardino e per ciò che ci vive, ma com’è diventata la sua professione?

Ha modo di viaggiare ed incontrare proprietari di giardini e progettisti che le aprono la mente all’organizzazione degli spazi in giardino.

Prima di lei c’era il giardino Tudor ricco di prati, siepi e aiuole a “nodo” cioè potati in modo da ricordare appunto dei nodi (vedi l’articolo sull’”arte topiaria” qui). Gertrude Jekyll, insieme a pochi altri, è stata la fautrice di un diametrale cambio di approccio alla progettazione dei giardini.

I desideri del committente non sono più al centro della progettazione dei giardini, ma si ritrova il giusto rispetto per le piante.

 

 

I libri e gli articoli di Gertrude Jekyll

La Jekyll ha scritto molti libri e moltissimi articoli per le riviste di giardinaggio più in vista dell’epoca. Questo, di cui parliamo, “Testamento di un giardiniere”, è un libro postumo e raccoglie quaranta dei suoi articoli costruendo una visione piuttosto completa del suo lavoro maturo.

Non è facile leggere un libro di Gertrude Jekyll. I continui rimandi alle piante con nomi scientifici e non, alcuni non più esistenti, rendono spesso le sue righe elenchi difficili da ricordare e ricostruire nella propria mente per visualizzarne delle aiuole. Bisogna leggerlo con leggerezza, glissando un po’ su queste sequenze di nomi scientifici e godendosi le descrizioni quasi adoranti di una pianta o di un luogo nei suoi più piccoli aspetti.

Spesso si aiuta con disegni e foto. Ci sono schemi a penna, in pianta che compongono macchie con dentro un nome. Le fotografie, per forza di cose sono in bianco e nero, non esistendo ancora il colore. Un metodo sicuro per capire il suo lavoro, per chi non ha a memoria tutte le piante esistenti, è visitare i giardini che ancora accolgono il suo lavoro e che vi segnaliamo in fondo all’articolo e che vedete nelle foto.

 

 

Come struttura i progetti dei suoi giardini Gertrude Jeckyll?

Gli studi d’arte, pittura, architettura e botanica non possono che riflettersi nei giardini che progetta. La struttura delle sue costruzioni è chiara.

Ad esempio un meccanismo progettuale che aveva scoperto è che i colori freddi, in un’aiuola, vanno messi verso l’inizio e la fine della stessa, mentre quelli caldi vanno al centro. Inoltre non conviene inserire in un’unica aiuola colori forti e colori delicati. Queste indicazioni danno alla composizione quel pathos che voleva ottenere visivamente.

Un’altra accortezza è l’attenzione alla mescolanza dei colori delle foglie nelle aiuole. Davanti, per esempio, suggerisce di inserire sempre essenze a foglia grigia come la cineraria maritima o la stachys lanata che schiariscono e completano la composizione.

Come ogni paesaggista che si rispetti costruisce i gruppi di piante in modo che ogni stagione abbia le sue bellezze, tra fiori, foglie e bacche, ma si spinge oltre invitando a coprire con rampicanti di clematidi o altro, alcuni arbusti che, dopo un’unica fioritura annuale, non attireranno più l’attenzione.

Lasciare infatti che una pianta ne copra un’altra è un concetto che oggi non troviamo spesso espresso.

 

 

Quante piante si potevano utilizzare nei primi del novecento?

Gertrude Jekyll, parlava spesso di quanti tipi di piante fossero a sua disposizione rispetto al passato e se ne rallegrava per la varietà di effetti che riusciva a dare mischiandole. Ogni volta, leggendo queste righe, ho pensato a quanto altro avrebbe potuto inventarsi oggi che le piante a disposizione sono 100 volte tanto. Pur con un numero limitato di piante, riusciva a introdurre in un giardino una gran quantità di colori e di forme spesso non presenti neanche nei giardini odierni.

Interessante la sua visione del giardino formale. Forse oggi lo chiameremmo “di vaste dimensioni” perché, per come ne parla, preferendo il giardino mediterraneo più intimistico, viene da pensare che intenda un giardino dove le aiuole si perdono in uno spazio troppo ampio per essere valorizzate.

 

 

Cosa possiamo imparare ancora da Gertrude Jekyll? E cosa non possiamo riproporre oggi?

La dimensione delle aiuole di cui lei parla è raramente proponibile oggi per i giardini moderni. Bisogna ridimensionare i ragionamenti. Il terreno nel quale metteva a dimora queste entusiasmanti ed enormi aiuole veniva prima trattato ogni anno fino alla profondità di 1/1,5 mt. questo tipo di approccio oggi non è fattibile sia per i costi che per le disponibilità idriche ed il cambiamento climatico.

Uno degli insegnamenti importanti, invece, è mettere per specie un numero dispari di esemplari vicini, non solo una per specie, in modo che si abbia un bel colpo d’occhio di fiori di quel tipo.

 

Dove acquistare dei libri di Gertrude Jekyll

Al momento in italiano trovate in vendita i seguenti libri di Gertrude Jekyll:

Ci attrezzeremo per proporvene anche altri.

 

Dove ha lavorato Gertrude Jekyll e quali dei suoi giardino sono visitabili oggi?

Trovate i giardini progettati da Gertrude Jekyll che sono stati restaurati sui suoi disegni o da lei ispirati, visitabili ad oggi qui.

Non è stato facile condurvi in un mondo così ampio come quello della vita e del lavoro trentennale di questa illuminata paesaggista. Speriamo di essere riusciti a tratteggiarne il profilo ed avervi invogliato ad approfondire.

 

Il consiglio del mondo del giardino

I grandi segreti del lavoro di Gertrude Jekyll sono tra le righe per cui, anche se qualche pezzo vi sembra pesante, non saltatelo, ma leggetelo con leggerezza, senza soffermarvi troppo ma comprendendo quello che leggete altrimenti vi perdete il meglio.

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia per la foto dei social brummellmagazine.co.uk, per la foto di copertina garlandsofhearts.blogspot.com e per le altre presenti nell’articolo greatbritishgardens.co.uk, gardenvisit.com, blog.sofasandstuff.com, grayshottgardeners.net e getyourguide.it.

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