INDIVIDUAZIONE dell’Urtica dioica
Nome scientifico:
Urtica dioica
Nome comune italiano:
Ortica
Famiglia:
Urticaceae
Provenienza:
nativa dell’Europa, dell’Asia e del Nord Africa
Ambiente:
negli incolti, vicino ai ruderi, schiarite boschive, nei terreni ricchi di nitrati, diffusa sino ai 2400 mt.
Sempreverde o decidua:
decidua
Tossicità:
non conosciuta
RICONOSCIMENTO VEGETALE dell’Urtica dioica
Altezza:
120 cm. Con rizoma strisciante giallo
Larghezza (estensione):
50 cm
Portamento:
Eretto. Pianta perenne erbacea
Foglia:
opposte, picciolate, di forma ovato-lanceolata con la base cordata, margine dentato.
Fiore:
di colore giallo-verdastro con 4 tepali pelosi, piccoli portati in gruppi densi penduli (racemi) lunghi 2-3 cm., all’ascella delle foglie superiori
Fioritura:
da maggio a novembre
Frutto:
Dai fiori femminili si sviluppa un achenio ovale, con un ciuffo di peli all’apice, lungo fino a 1,3 mm e largo fino a 0,9 mm, che contiene i semi.
Fusto:
quadrangolare eretto e striato
Proprietà:
contiene vitamina A, C, K e Sali minerali. Risulta depurativa, diuretica, antianemica, rinforzante per i capelli, per gargarismi contro il mal di gola. Le foglie più mature possono essere lassative.
Profumo:
delicato e agrumato
NECESSITÀ
Esposizione alla luce:
pieno sole o mezz’ombra
Tipo di suolo:
nei terreni ricchi di nitrati, fosfati e humus. Se il terreno è troppo concimato l’ortica prenderà il sopravvento sulle altre piante diventando incontrollabile. Le radici hanno difficoltà di penetrazione in terreni troppo compatti.
Acidità del suolo:
pH 5,5 – 8,0
Area climatica italiana:
in tutte le regioni italiane
Bisogno di acqua:
quella piovana
Propagazione:
si riproduce facilmente da seme
Malattie:
Il controllo delle infestanti è essenziale, specialmente durante il primo anno dopodiché è soggetta a ben poche patologie.
PARTICOLARITÀ dell’Urtica dioica
Il nome del genere proviene dal verbo latino urere che vuol dire bruciare per l’azione urticante di una sostanza contenuta in piccole ampolle dei peli che si rompono al contatto.
Quando tentiamo di cogliere una pianta di ortica spezziamo i minuscoli peli che la ricoprono e quindi il “vacuolo” delle cellule al loro interno, dove si trova una sostanza urticante composta da acido formico, istamina e serotonina.
Il suo fascino risiede nel suo vigore e nella sua capacità di “rimettere in ordine” ogni tipo di terreno.
Si dice che tagliando alla base le ortiche 3 volte in un anno le si possa eliminare.
È una pianta da sinergia molto utile e fino a che viene tenuta sotto controllo migliora la crescita di verdure e alberi da frutto proteggendo le piante da uccelli e attacchi parassitari.
Sono piante molto utili per l’ecosistema in genere
la loro presenza selvatica segnala il ripristino di ambienti degradati dall’ incuria o dall’ inquinamento.
L’Ortica è un ingrediente ottimo per l’attivazione dell’attività batterica propria del compost. Con tutta la pianta e in particolare le foglie si può preparare un macerato lasciandole a bagno per 7-21 giorni in acqua e utilizzando il liquido come concime fogliare e per rendere più resistenti alle malattie e ai parassiti tutte le specie orticole e vegetali;
la presenza dell’Ortica vicino a piante aromatiche ne stimola la naturale difesa e quindi la produzione di oli essenziali. La pianta è repellente per le mosche e si può utilizzare fresca per disinfestare gli ambienti.
Un tempo era consigliata per aumentare la produzione di latte nelle vacche e di uova nelle galline.
Annotazioni
Da un punto di vista energetico ha affinità con i movimenti legno, terra, metallo e acqua, su tutti ha un’azione tonificante e depurativa.
Le punture di ortica fanno bene contro i reumatismi e le artrosi.
La storia
Pedanio Dioscoride (circa 40-80 dC) che fu medico militare sotto gli imperatori romani Claudio e Nerone, la descrive così: Ortica. Akalyphe, alcuni la chiamano knide (= ortica), altri adike (= disdicevole, pruriginosa), i Romani urtica, gli Egizi selepsion, i Daci dyn. Il seme, bevuto con vino di zibibbo, stimola il coito e apre l’utero.
A Roma l’ortica era un afrodisiaco molto in voga. I suoi semi venivano usati per tutti i filtri d’amore. Il poeta Ovidio ci ha tramandato questa ricetta: “Mescolare anche il pepe con il seme di ortica.” Si riteneva che anche le frizioni con le ortiche fresche aiutassero contro l’impotenza. Lo stesso Ovidio consigliava una miscela con miele, cipolle, uova e pinoli.
E se volete approfondire ulteriormente la parte storica potete trovarle qui
Il potere protettivo dell’ortica è stato a lungo usato in magia e se volete approfondire questo aspetto trovate buone informazioni qui
La Dendrocnide moroides o Ortica gigante australiana, chiamata anche pianta del suicidio perchè è molto pericolosa e dolorosa per i suoi peli che si infilano sotto pelle con la loro punta in silice rilasciando una neurotossina molto potente.
In cucina:
La stagione migliore per la sua raccolta è da aprile a giugno, prima della fioritura: si preleva intera, radice e fiori compresi in tarda mattinata, indossando però dei guanti.
Si usano i nuovi germogli di primavera e tutto l’anno le foglie, per aromatizzare i risotti, come base di frittate e ripieno di ravioli, torte salate e passata in padella con la pancetta. La clorofilla dell’ortica si usa anche come colorante per lasagne e tagliatelle.
Per avere l’ortica a disposizione tutto l’anno si può raccogliere e poi far essiccare.
Il consiglio del mondo del giardino
La pianta possiede anche proprietà vaso costrittive ed è quindi pericolosa per i soggetti affetti da ipertensione che non potranno quindi godersi i suoi benefici effetti commestibili, ma potranno invece utilizzare le sue proprietà magiche circondandosene.
Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!
BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com
Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e in particolare moltissime grazie a Tom per la foto di copertina, Silvia per la foto social, Leopictures per la pianta, Erika Varga per le foglie, Hans per i fiori, Erik Karits per il particolare del fusto, summagallica.it per i frutti, Agata per il disegno, la scuoladinaturopatia.it per il particolare del fusto e Silvia di Pixabay per la chiusura.