Clematis jackmanii

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La Clematis jackmanii è una pianta rampicante decidua dell’emisfero boreale, nota per i suoi grandi fiori profumati estivi (giugno-settembre) e le proprietà terapeutiche. Richiede esposizione soleggiata, terreno subacido umido e poca manutenzione. Si adatta bene al clima italiano. Si propaga per talea, seme o margotta. Usata per decorare pergolati e arbusti, può essere coltivata in vaso o a terra con accorgimenti per proteggere radici e fusto.

INDIVIDUAZIONE

Nome scientifico:

Clematis jackmanii

Nome comune italiano:

Clematide, Laccio d’amore o Barbagrigia

Famiglia:

Ranunculaceae

Provenienza:

emisfero boreale.

Ambiente:

climi temperati

Sempreverde o decidua:

decidua

Tossicità:

no

RICONOSCIMENTO VEGETALE

Altezza:

3 – 3,5 m.

Larghezza (estensione):

essendo rampicante non utile.

Portamento:

rampicante o coprisuolo.

Foglia:

verde scuro, coperte da una sottile peluria chiara. Forma ovata o cuoriforme lunghe dai 5 ai 10 cm, sono divise in tre segmenti e hanno un colore verde intenso.

Fiore:

composti da stami molto evidenti al centro contornati da 6-8 sepali ovali formati da 4 petali di 10-12 cm. (ad eccezione di poche varietà a fiore doppio) ibrido a fiore grande.

Fioritura:

giugno – settembre

Frutto:

non pervenuto

Fusto:

lianoso ed erbaceo a seconda dell’età. La corteccia si distacca in lamelle.

Proprietà:

La Clematide è una pianta dall’azione diuretica, purgativa, antinevralgica e rubefacente, utile per prevenire e curare stipsi dolori, reumatismi e gotta, facendo sempre attenzione alle dosi e sotto prescrizione medica.

Profumo:

si

NECESSITÀ

Manutenzione:

bassa anche se richiede acqua e cibo per fiorire in abbondanza

Esposizione alla luce:

sole – mezz’ombra anche se ama che le radici stiano all’ombra ed il piede protetto dal vento.

Tipo di suolo:

ama il terreno subacido ma cresce in quasi tutti i terreni. Sopporta meno quelli pesanti.

Acidità del suolo:

pH 5.5 / 6.0

Area climatica italiana:

Essendo diffusa anche spontaneamente in Italia e in generale in Europa, questa pianta si adatta benissimo al nostro clima e, tralasciando le zone più aride e secche, può crescere e sopravvivere in tutto il territorio italiano.

Bisogno di acqua:

amano il terreno umido quindi innaffiare con regolarità.

Propagazione:

Talea, propaggine, seme, margotta.

Malattie:

lumache, afidi per le gemme e forbicine che danneggiano tepali e foglie. Inoltre il seccume del fusto (Wilt) ed il mal bianco. Purtroppo la causa del seccume del fusto non è ancora completamente chiara, anche se sembra che colpisca in maniera più severa solo gli ibridi a grande fiore e le piante innestate su Clematis vitalba.

Può anche capitare, visto che amano il terreno argilloso, che compaia una clorosi fogliare su cui si interviene con ferro chelato.

Potatura:

Di solito non necessitano potature. Vogliono solo essere ripulite da eventuali rami secchi. Si può intervenire in caso se ne voglia contenere l’esuberanza a fine inverno.

Dopo qualche anno si può effettuare una potatura drastica (ma non arrivando sul legno) che favorirà la nascita di nuovi fusti e renderà la pianta nel complesso più ordinata.

PARTICOLARITÀ

Fu introdotta nel 1862 e fu la prima delle moderne clematidi ibride da giardino a fiore grande.

Si ritiene che il nome Clematis derivi da klematís-ídos che significa pianta volubile simile alla vite. Clematis è uno dei nomi botanici più antichi di cui si ha conoscenza, risale infatti al I secolo e le fu attribuito da Dioscoride, nel corso dei secoli successivi fu mantenuto e infine confermato da Linneo.

Clematis jackmanii: Annotazioni

Nella seconda metà del 1500 Elisabetta I iniziò la coltivazione della clematis viticella e coltivate anche in tutta l’Inghilterra vittoriana. Anche nel resto d’Europa si diffusero e prosperarono fino all’arrivo di un fungo che le azzerò fino agli anni ’50 quano venne ripresa la coltivazione arrivando ai giorni nostri. Trovate una descrizione più completa di questa storia a questo link

Se coltivate in vaso vanno rinvasate ogni 2 anni.

In terra invece va messa a dimora con le prime due gemme interrate. Questo permetterà alla pianta di produrre nuove radici e di resistere anche a potature importanti.

Si raccomanda di non inserire le piante troppo a ridosso di un muro o di un albero.

In cucina:

nessun utilizzo

Il consiglio del mondo del giardino

Gertrude Jeckill suggerisce di usarla come copertura per quegli arbusti che in inverno spogliano o mischiata alle rose per prolungare la fioritura dell’aiuola.

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e moltissime grazie a Susanne Jutzeler per la foto social, 3008133 per la copertina e, in ordine di apparizione, Matthias Böckel, Hans, Federico Maderno, Clematisonline.it, Federico Maderno, Светлана e PublicDomainPictures per la foto conclusiva.

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