Thymus vulgaris

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Il Thymus vulgaris, noto come timo comune o maggiore, è un piccolo arbusto perenne aromatico della famiglia delle Lamiaceae, originario delle regioni che vanno dall’Italia alla Spagna e alle coste atlantiche, inclusa l’Algeria. Sempreverde e non tossico, raggiunge un’altezza di 10-30 cm e una larghezza di circa 30 cm. Predilige esposizioni in pieno sole e suoli leggeri, calcarei e ben drenati con pH neutro. Resiste alla siccità e non tollera i ristagni idrici. È una pianta adatta al giardino roccioso ed ha una crescita molto lenta. L’etimologia del nome “Thymus” è incerta: potrebbe derivare dal latino “thymum”, che significa “molto profumato”, o dal greco “thymòs”, che significa “coraggio”, poiché si credeva che il suo profumo infondesse audacia. Nel Medioevo si poneva sotto il cuscino un rametto di timo per tenere lontani gli incubi e le dame erano solite ricamare sulle insegne dei cavalieri delle piante di timo come segno di buon auspicio.

 

INDIVIDUAZIONE

Nome scientifico:

Thymus vulgaris

Nome comune italiano:

Timo comune o maggiore

Famiglia:

Lamiaceae

Provenienza:

dall’Italia alla Spagna e coste atlantiche compresa l’Algeria.

Ambiente:

garighe (la gariga è una zona naturale ad arbusti bassi e frutici che raggiungono al massimo 1-1,5 metri, ma in genere sono inferiori ai 50 cm.) e i pendii aridi; ma anche le praterie rase, i prati e i pascoli aridi dal piano collinare a quello montano. Si trovano fino ai 1500 m. sul livello del mare.

Sempreverde o decidua:

sempreverde

Tossicità:

no

RICONOSCIMENTO VEGETALE

Altezza:

10 – 30 cm.

Larghezza (estensione):

30 cm.

Portamento:

piccolo arbusto perenne aromatico

Foglia:

forma lineare, ma con bordi che si arrotolano a tubo verso il basso e l’esterno risultando aghiforme, opposte a due a due e disposte ad angolo retto rispetto alla coppia superiore (decussata). Di colore grigio-verde, più chiaro nella pagina inferiore per la presenza di peli.

Fiore:

I fiori sono piccoli, tubolari, di colore rosa violetto, raggruppati in spicastri (gruppi di   fiori che spuntano all’ascella di foglie opposte). Rosa chiaro. I fiori sono raccolti in raccolti in verticilli da forma sferica a allungata

Fioritura:

da maggio a luglio (settembre dipendendo dai luoghi)

Frutto:

Il frutto è un tetrachenio. Insignificante per i nostri fini

Fusto:

la parte aerea è legnosa, eretta, tortuosa, ramosissima che tende a lignificare dopo 4, 5 anni di vita di colore bruno a sezione quadrangolare.

Proprietà:

Le foglie di questa pianta contengono proteine, carboidrati, fibre e vitamine: A (retinolo), B1 (Tiamina), B2 (Riboflavina).

In estetica può essere utilizzato nell’acqua del pediluvio per ottenere un’azione defaticante e disinfettante.

In medicina viene usato per estrarre il timolo principio attivo usato in farmacologia come fungicida. L’olio essenziale di timo si utilizza contro la tosse e il mal di gola. In particolare, secondo la medicina popolare, questa pianta ha molte proprietà medicamentose che trovate qui

Profumo:

si intenso

NECESSITÀ

Manutenzione:

bassa

Esposizione alla luce:

pieno sole

Tipo di suolo:

leggeri, calcarei, drenanti e soleggiati. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.

Acidità del suolo:

pH neutro

Area climatica italiana:

in Italia è una specie rara e si trova nel Nord-Ovest e al Centro (versante tirrenico). Nelle Alpi si trova soprattutto nel quadrante occidentale.

Bisogno di acqua:

Non sopporta il ristagno idrico. È una pianta resistente alla siccità e solitamente non necessità di irrigazione artificiale.

Propagazione:

per seme, per divisione dei cespi o per talea dei rametti laterali già lignificati, cioè color legno in primavera.

Potatura:

In primavera è bene rimuovere la vegetazione secca o danneggiata per evitare l’insorgere di malattie. Il timo, come il rosmarino e la lavanda, è una di quelle piante che non si rigenera se tagliata troppo bassa.

Malattie:

le più comuni sono due ruggini: la Puccinia menthae e l’Aecidium thymi che provoca macchie rossastre sulla pagina inferiore delle foglie e sui piccioli.

I ristagni idrici come già detto provocano marciumi del colletto o radicale.

Gli afidi possono attaccare le giovani foglie.

PARTICOLARITÀ

Sappiamo che vengono proposte più derivazioni del nome Thymus ed essendo tutte credibili, ve le sottoponiamo perché possiate scegliere quella a voi più consona.

Secondo un’ipotesi, la parola Timo deriverebbe dal latino “thymum-i,” che proviene dal termine “thymiana-atis“, che vuole significare “molto profumato“.

In un’altra versione alcuni lo legano al greco thymòs, nel suo significato di “coraggio”, perché i soldati credevano che il suo profumo favorisse l’audacia. Nei tempi antichi, infatti, l’aroma del timo – forse perché tanto intenso e vigoroso – era ritenuto capace di infondere coraggio, quindi i soldati tonificavano il corpo lavandolo con acqua di timo, e rinvigorivano l’animo bevendo tisane di timo.

Inoltre, il nome generico (Thymus) può essere derivato da un antico verbo greco “thyein”, che significa “avere un odore” usato da Teofrasto (un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici), per una pianta profumata utilizzata come incenso nei sacrifici.

vulgaris sta per comune.

Nel Medioevo si poneva sotto il cuscino un rametto di timo per tenere lontani gli incubi e le dame erano solite ricamare sulle insegne dei cavalieri delle piante di timo come segno di buon auspicio.

Le leggende, comunque, narrano che, grazie al suo profumo, il fiore del Timo sia il preferito dalle fate.

Annotazioni

Pianta adatta al giardino roccioso. Crescita molto lenta.

Il riconoscimento è difficile perché presente in diverse forme e con diverse pelosità del fusto (che potete approfondire su wikipedia)

È una pianta mellifera, cioè che piace alle api e dà un ottimo miele che però è raro per le contenute aree di timo coltivate. Veniva considerato il miglior miele nella Grecia classica.

Per sapere come preparare del miele aromatizzato al Timo leggere qui 

Si adatta perfettamente alla realizzazione di splendidi tappeti erbosi fitti, colorati e emananti, soprattutto quando li si calpesta, un inebriante profumo di limone, di cumino o di pino, cioè l’aroma tipico della varietà messa a dimora.

Altre specie importanti sono il T. serpyllum, il T. capitatus, il T. albus, il T. citriodorus e altri.

I Vivai Priola ci consigliano gli accostamenti preferiti che sono con Acaena, Antennaria, Armeria, Dianthus, Helianthemum e Sempervivum. Inoltre dicono che per avere un buon risultato deve essere piantata con una densità di 6 piantine al m2.

In cucina:

Il Timo con l’essiccazione mantiene l’aroma forte e concentrato. il gusto è leggermente aspro con una nota d’erbetta riconoscibile. È utilizzato a fine cottura per insaporire piatti di pesce, carne, pasta, insalate e pizze.

Il consiglio del mondo del giardino

Il Timo sembra essere una di quelle piante che, per tutte le caratteristiche positive in suo possesso, non può mancare su un balcone, un terrazzo o un giardino che si rispetti nella posizione di maggior sole possibile!

Ora a cavallo! Il lavoro ci aspetta! Il nostro nuovo meraviglioso spazio esterno sta per nascere!

BUON LAVORO e…se avete domande scrivete pure a info@mondodelgiardino.com

Fonti delle immagini: si ringrazia Pixabay e moltissime grazie a Silvia per la foto per i social, Wälz per la foto di copertina e poi a seguire, Hans, Hans, lejandro Piñero Amerio, hannelorededecker, TinaKru, photosforyou, Hans e Wälz per la foto di chiusura.

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